1930

Bill Tilden

Country
Bill Tilden

Filadelfia 09.02.1893

Los Angeles 04.06.1953

Uno dei più grandi di sempre. Non riesce nel suo sogno di musicista e attore ma si rifà abbondantemente con il tennis dominando la scena internazionale per oltre quindici anni. Esplode in tutta la sua magnificenza nel 1920, a 27 anni, quando vince Wimbledon. Nello stesso anno avvia un filotto di sei successi nei Campionati Internazionali degli Stati Uniti e addirittura di sette in Coppa Davis. Nei tornei dello Slam conquista complessivamente 20 titoli, 10 di singolare, 6 di doppio maschile e 4 di doppio misto.

Narcisista ed egocentrico, istrionico e snob all’eccesso si accapiglia con mezzo mondo ma con gli avversari si comporta da perfetto gentleman ed estrema generosità. Perfezionista maniacale si costruisce come giocatore completo a tutto campo sciorinando una tecnica iper-moderna che farà scuola e resisterà a lungo nel tempo, a partire dal suo servizio “cannonball”.

Quando nel 1930 sbarca a Milano per la prima edizione degli lnternazionali, Big Bill ha già superato le 37 primavere ma è ancora capace di esprimere un gioco straordinario, d’incantare la platea e di recitare quel ruolo di protagonista assoluto che aveva sognato d’interpretare sulle scene di Broadway o sul set di Hollywood. Nello stesso anno conquisterà ancora Wimbledon concludendo nel modo più spettacolare la sua prestigiosa e irrepetibile recitazione sui rettangoli di gioco.

Palmarès

Campionati Internazionali d’Italia 1930

Wimbledon 1920 1921 1930
Campionati Internazionali degli Stati Uniti 1920 1921 1922 1923 1924 1925 1929

Finale 1930

William Tilden (Usa) b. Uberto De Morpurgo (Ita) 6-1 6-1 6-2

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Lilì De Alvarez

Country
Lilì De Alvarez

Roma 08.05.1905

Madrid 07.07.1998

Non è una campionessa come la divina Suzanne Lenglen o Helen Wills, non attraversa il microcosmo tennistico ricoprendolo di trionfi e gesta memorabili ma nell’universo sportivo è un’autentica fuoriclasse: medaglia d’oro – a 16 anni – nel pattinaggio su ghiaccio, campionessa di sci, amazzone, golfista, automobilista pluri-vittoriosa in rally e quant’altro lo sport può concedere.

Arriva a Milano per la prima edizione degli Internazionali come n. 8 del mondo dopo esser stata n. 2 nel ’27 e ’28 e con tre finali a Wimbledon sul biglietto da visita, quanto basta per imporsi ad una pur grandissima Lucia Valerio rimontandola da 3-6 1-4 e infliggendole un impietoso 6-0 nel terzo set. In coppia con la stessa Valerio vince anche il titolo di doppio e con Uberto de Morpurgo si appropria anche di quello del misto, performance che in seguito – in campo femminile – riuscirà soltanto a Margaret Court Smith e a Patricia Ward. Elegante e raffinata nel gioco e nel portamento suscita la segreta invidia delle spettatrici e forse anche del grande Tilden, la stella mondiale della manifestazione, al quale ruba più volte il palcoscenico e il ruolo di protagonista.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1930

Finale 1930

Lilì de Alvarez (Spa) b. Lucia Valerio (Ita) 3-6 8-6 6-0

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1931

George Patrick “Pat”  Hughes

Country
George Patrick “Pat” Hughes

Sutton 20.12.1902

Walton on Thames 07.05.1997

E’ soprattutto un ottimo doppista: con Alberto Del Bono firma i Campionati del ’31, in coppia con Lucia Valerio vince anche il titolo di misto (unico giocatore degli Internazionali ad aver realizzato la tripletta nello stesso anno). Nel doppio maschile si ripete anche nel ’32 in coppia con Giorgio De Stefani. E’ partner abituale del grande Fred Perry con il quale vince il Roland Garros del ’31 e gli Internazionali d’Australia del ’34, infine con Raymond Tuckey s’impone a Wimbledon nel ’36 ed è finalista nel ’37.
In singolare si fa rispettare senza per altro ottenere risultati importanti ma quando arriva in Italia si trasforma: vince gli Internazionali del ’31 battendo in finale Henry Cochet e giocando, a suo dire, il miglior tennis della carriera. Prova a ripetersi nel ’32 ma in finale trova la grande promessa (non mantenuta) francese Andre Merlin che lo supera in quattro set.

Palmarès

Campionati lnternazionali d’Italia 1931

Finale 1931

George Hughes (Gb) b. Henri Cochet (Fra) 6-4 6-3 6-2

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Lucia Valerio

Country
Lucia Valerio

Milano 27.02.1905

Milano 25.09.1996

La “Signorina” Lucia nasce con la racchetta in mano e trascorre tutta la vita sugli amatissimi campi del Tennis Club Milano. E’ un’agonista accanita e intelligente, tesse le sue trame di gioco con metodicità e pazienza certosina. In Italia non ha rivali: vince gli Assoluti per dieci anni di fila, dal ’26 al ’35, ai quali aggiunge sei titoli di misto e uno di doppio femminile.
Anche in campo internazionale si fa rispettare: si qualifica per i quarti di finale a Wimbledon (solo Laura Golarsa nel 1989 e Silvia Farina nel 2003 sapranno fare altrettanto) e per due volte vince il singolare di consolazione. Arriva nei quarti anche a Parigi, due volte: nel 1931 e ’34.
Dal 1930 al 1935 è protagonista quasi incontrastata degli Internazionali: nella prima edizione è sconfitta in finale da Lilì de Alvarez con la quale vince il doppio, conquista il titolo l’anno dopo firmando anche il misto con Pat Hughes, nel ’32 supera in semifinale la tedesca Cilly Aussem – n. 1 del mondo – ed è battuta in finale dalla francese Adamoff ed è ancora finalista nel ’34 e ’35, così com’è finalista di doppio nel ’31, ’32 e ’33.
Si ritira dall’attività agonistica subito dopo la sconfitta patita contro Hilde Sperling nella finale romana del ’35.

Palmarès

Campionati Internazionali d’Italia 1931

Finale 1931

Lucia Valerio (Ita) b. Dorothy Andrus (Usa) 2-6 6-2 6-2

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1932

Andre  Merlin

Country
Andre Merlin

Brazzaville 14.11.1911

Parigi 04.09.1960

Il suo nome non suscita emozioni e tanto meno ricordi eclatanti. Si presenta diciannovenne a Milano nel 1931 al seguito del grande “moschettiere di Francia” Henri Cochet con il quale è finalista di doppio. L’anno dopo s’impone a sorpresa superando gli unici partecipanti di caratura internazionale, vale a dire Giorgio De Stefani in semifinale e l’inglese George Hughes, campione uscente, che batte in finale. Per 42 anni sarà il più giovane vincitore della competizione.

Sembra destinato a raccogliere l’eredità dei famosi quattro Moschettieri, vale a dire Cochet, Lacoste, Borotra e Brugnon,  e viene considerato più di una promessa e non solo del tennis transalpino. Sul campo si esprime con un gioco vario e intelligente ma in definitiva nel suo motore mancano le cellule della classe e pur arrivando a disputare la Coppa Davis non riuscirà a concretizzare le speranze in lui riposte.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1932

Finale 1932

Andre Merlin (Fra) b. George Hughes (Gb) 6-1 5-7 6-0 8-6

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Ida Adamoff

Country
Ida Adamoff

Mosca 25.06.1910

Parigi 04.06.1993

Discreta regolarista che per tre anni si fa rispettare sui campi degli Internazionali: li vince nel ‘32 battendo Lucia Valerio, campionessa uscente, con il punteggio di 6/4 7/5, è finalista nel ’33 strabattuta nell’incontro decisivo dalla sempreverde statunitense Elisabeth Ryan (41 anni suonati) ma si consola aggiudicandosi il doppio in coppia con Dorothy Andrus. Infine nel ’34 è battuta in semifinale da Helen Jacobs e sempre con la Andrus è finalista nel doppio. Da segnalare anche una finale di doppio al Roland Garros del ’35 in coppia con la tedesca Hilde Sperling.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1932

Finale 1932

Ida Adamoff (Fra) b. Lucia Valerio (Ita) 6-4 7-5

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1933

Emanuele  Sertorio

Country
Emanuele Sertorio

Genova 16.02.1902

Torino 25.04.1991

Giocatore brillante con buoni riferimenti in campo nazionale e due titoli italiani, nel ’28 in singolare e nel ’31 in doppio con Placido Gaslini. Trova la sua settimana di gloria agli Internazionali del ’33 dove viene accreditato come testa di serie n. 6, supera lo jugoslavo Franjo Puncec e i francesi Jean Lesueur e Andre Martin-Legeay che hanno una quotazione nettamente superiore alla sua. Sfiora la doppietta nel doppio dove in coppia con Giovannino Palmieri è battuto in finale dagli stessi Lesueur e Martin Legeay in quattro set. Dilettante puro abbandona piuttosto presto l’attività agonistica per dedicarsi a tempo pieno all’industria di famiglia.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1933

Finale 1933

Emanuele Sertorio (Ita) b. Martin Legeay (Fra) 6-3 6-1 6-3

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Elizabeth  Ryan

Country
Elizabeth Ryan

Anaheim 04.02.1892

Wimbledon 05.07.1979

Americana dall’inesorabile dritto in chop, tra le prime a imporre la volée anche nel tennis femminile. Negli Anni Venti è la partner abituale di Suzanne Lenglen –  per alcuni la più grande giocatrice di tutti i tempi -, nel ’24 vince 27 singolari, 27 doppi e 21 misti; nel ’25 e ’30 è classificata n. 4 del mondo. A Wimbledon è due volte finalista, nel ’21 battuta dalla Lenglen e nel ’30 da Helen Wills Moody, ma conquista ben 19 titoli (12 di doppio e 7 di misto), un record che resisterà fino all’avvento di Billie Jean King (che l’avrebbe battuto proprio il giorno successivo alla scomparsa della Ryan). In doppio mette in bacheca anche quattro titoli al Roland Garros e uno a Forest Hills dove s’impone per due volte nel misto, nel ’26 in coppia con Jean Borotra e nel ’33 con Ellsworth Vines.

Arriva a Milano per gli Internazionali del ’33 quando la sua carriera è agli sgoccioli ma è ancora in grado di farsi rispettare conquistando, nonostante i suoi quarantun anni, la finale di doppio in coppia con Lucia Valerio e addirittura imponendosi in singolare. In finale strapazza la campionessa uscente, la francese Adamoff. Ma non basta: l’anno dopo si afferma anche nel doppio in coppia con Helen Jacobs e, già che c’è, cattura anche il titolo di misto in coppia con tale Henry Culley.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1933

Finale 1933

Elizabeth Ryan (Usa) b. Isa Adamoff (Fra) 6-1 6-1

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1934

Giovanni  Palmieri

Country
Giovanni Palmieri

Roma 11/10/1906 10.10.1906

Bologna 12.02.1982

Giovannino per tutti. Campione dallo stile inconfondibile, il suo rovescio è stato uno dei migliori mai veduti sui campi di tutta Europa, sempre sorridente elegante e profumato, un tocco di brillantina sui capelli lisci e l’immancabile sigaretta al termine di ogni partita. La correttezza e la sportività in campo e fuori, l’innata signorilità del suo essere mai dimentico delle umili origini di raccattapalle, catturano le simpatie degli appassionati e conquistano migliaia di proseliti ad una disciplina che fino al suo avvento era destinata quasi esclusivamente ad una élite classista e privilegiata. In Italia è uno spauracchio per tutti: batte ripetutamente diversi dei più forti giocatori dell’epoca come Bunny Austin, Gottfried Von Cramm, Roderich Menzel. In Coppa Davis batte il n. 3 del mondo, il giapponese Satoh in un match rimasto memorabile.

Domina gli Internazionali del ’34 da outsider imponendosi sia in singolare sia in doppio con l’irlandese Rogers e nella sua Roma, l’anno dopo, perde la finale da favorito contro l’americano Wilmer Hines. La parabola agonistica di Giovannino si chiude nel ’38 con otto titoli italiani (cinque a seguire di singolare e tre di doppio) ma la parentesi di vita rimarrà aperta e la sua figura non sarà mai dimenticata di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1934

Finale 1934

Giovanni Palmieri (Ita) b. Giorgio De Stefani (Ita) 6-3 6-0 8-6

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Helen  Jacobs

Country
Helen Jacobs

Globe 05.08.1908

East Hampton  

Sarebbe stata una grandissima senza la contemporanea presenza di un’altra Helen, la Wills Moody, regina incontrastata del firmamento tennistico degli Anni Trenta, vincitrice, fra l’altro, di ben otto Wimbledon. Una rivalità accanita quella fra le due Helen, una rivalità alimentata dalla stampa e dalla reciproca consapevole condizione di primedonne. In effetti fra le due non ci fu mai equilibrio in campo: la Jacobs, dal gioco costantemente votato all’attacco ma con un diritto che non sempre l’assisteva a dovere, solo una volta riuscì a spuntarla e in una seconda, una finale a Wimbledon, spedì alle ortiche la palla del match-point.

Tuttavia questa ragazza dell’Arizona è stata ugualmente capace d’inserirsi in un capitolo importante della storia del tennis conquistando otto finali – quattro vinte – nei Campionati Internazionali degli Stati Uniti, un titolo e cinque finali a Wimbledon, due finali al Roland Garros, tre titoli di doppio e uno di misto a Forest Hills e una presenza costante nei primissimi posti della classifica mondiale dal 1932 al 1936. S’impone sia in singolare sia in doppio negli ultimi Internazionali disputati a Milano: nel singolo rifila in finale un secco 6-3 6-0 a Lucia Valerio mentre nel doppio, in coppia con Elisabeth Ryan, la spunta a fatica sulle campionesse uscenti Adamoff-Andrus.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1934
  • Wimbledon 1936
  • Campionati Internazionali degli Stati Uniti 1932 1933 1934 1935

Finale 1934

Helen Jacobs (Usa) b. Lucia Valerio(Ita) 6-3 6-0

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1935

Wilmer  Hines

Country
Wilmer Hines

Lake City 15.07.1912

Maricopa County  

Non è un campione, è poco conosciuto anche nel proprio Paese ma quando attraversa l’Atlantico per disputare i tornei primaverili della riviera ligure si fa apprezzare per il suo coraggio. E’ anche un atleta dai mezzi fisici poderosi, possente nella battuta, micidiale nel gioco di volo ma discontinuo nel rendimento. Conquista gli Internazionali del ’35 in modo imprevedibile: si qualifica per la finale battendo Giorgio De Stefani ma il pronostico non gli concede scampo nei confronti di Giovannino Palmieri contro il quale ha già subito diverse sconfitte, e invece nel catino del Foro Mussolini gioca il match della vita e lo porta a termine da dominatore attaccando dalla prima all’ultima palla.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1935

Finale 1935

Wilmer Hines (Usa) b. Giovanni Palmieri (Ita) 6-3 10-8 9-7

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Hilde  Sperling

Country
Hilde Sperling

Essen 25.03.1908

Helsinborg 06.03.1981

Tedesca con cittadinanza anche danese (dopo il matrimonio con Svend Sperling), Hilde Krahwinkel realizza i risultati più prestigiosi nell’arco di pochi anni: nel ’31 è finalista a Wimbledon battuta dalla connazionale Cilly Aussem. Avvicina ancora la conquista del titolo nel ’36 ma è superata nuovamente in finale, questa volta da Helen Jacobs, 7-5 al terzo set. Fra singolare e doppio mette in bacheca una dozzina di titoli nazionali, in doppio nel ‘35 è anche finalista al Roland Garros con Ida Adamoff: nel1936 è valutata n. 2 del mondo.

Vince gli Internazionali d’Italia nel ‘35, i primi che si disputano a Roma nell’imponente cornice del Foro Mussolini, battendo in finale Lucia Valerio e in seguito conquista tre Roland Garros consecutivi (sempre superando in finale e in due set la francese Simone Mathieu che vincerà poi il titolo nel ’38 e ’39). Un record condiviso solo con Helen Wills, Monica Seles e Justine Henin.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1935
  • Campionati lnternazionali di Francia 1935 1936 1937

Finale 1935

Hilde Sperling (Ger) b. Lucia Valerio (Ita) 6-4 6-1

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1950

Jaroslav  Drobny

Country
Jaroslav Drobny

Praga 11.10.1921

Londra 12.09.2002

Giramondo dalle mille risorse: argento olimpico con la nazionale di hockey su ghiaccio a St. Moritz 1948 e tennista di grande talento (in finale a Wimbledon per la prima volta nel 1949), disputa 43 incontri di Davis e ne vince 37. Nel ’49 abbandona la Cecoslovacchia, prende la cittadinanza egiziana e infine quella inglese a Londra, che diventa la sua patria definitiva.

E’ un atleta straordinario, ma in abiti borghesi con tanto di occhiali da miope lo si scambia facilmente per un docente universitario tant’è che lo chiamano il Professore. E dalla linea di fondo campo impartisce la sua brava lezione sfoderando una battuta di notevole potenza e un gioco ricco d’inventiva nonostante una pignoleria quasi maniacale.

Al Roland Garros vince un titolo di doppio ed è battuto tre volte in finale prima di porre il proprio sigillo sul titolo nel ’51 e ’52 imponendosi entrambe le volte a Frank Sedgman. Nel ’53a Wimbledon è protagonista con Budge Patty al terzo turno di un match maratona che vince  8-6 16-18 3-6 8-6 12-10 al quinto set dopo aver annullato sei match-point. E’ la classica vittoria di Pirro: lo sforzo che gli costa il torneo. Infatti si ferma in semifinale. Si rifà l’anno dopo, a 33 anni, battendo in finale Ken Rosewall con un’altra scarpinata di 68 giochi e quando gli chiedono il segreto di questo successo risponde “anziché allenarmi sono andato a pescare tutti i giorni.”

A Roma conquista sette titoli (solo la Court Smith con nove titoli saprà far meglio), tre disingolo intervallati da una finale e quattro di doppio con altrettanti partner. Nella prima finale di singolare, quella del 1950 batte l’americano William “Bill” Talbert in quattro set, dopo aver combattuto ancor più duramente in semifinale proprio con Budge Patty, che sarebbe diventato un suo classico rivale.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1950 1951 1953
  • Campionati Internazionali di Francia 1951 1952
  • Wimbledon 1954

Finale 1950

Jaroslav Drobny (Cec) b. William Talbert (Usa) 6-4 6-3 7-9 6-2

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Annelies  Ullstein Bossi Bellani

Country
Annelies Ullstein Bossi Bellani

Dresda 02.11.1915

Milano 20.02.2015

Tedesca, sposa un promettente giocatore italiano, Renato Bossi, scomparso prematuramente, poi Giorgio Bellani, impareggiabile radio e telecronista. Bella, elegante, affascinante e ottima tennista, unica italiana ad essere inclusa, nel ’49 e ’50, nella classifica delle prime dieci del mondo stilata dal giornalista britannico Lance Tingay.

Nel 1941 mette in bacheca i primi scudetti tricolori di singolare (e di doppio con Wally Sandonnino), ottiene il bis l’anno successivo e a fine carriera i titoli saranno quattro di singolare, sei di doppio e uno di misto conseguito nel ’46 a fianco del primo marito.

E’ presente per otto edizioni nei tornei dello Slam, disputa venti match, ne vince dodici ed è semifinalista al Roland Garros del ’49. Nel ’51 a San Remo batte Louise Brough, la vincitrice di tre Wimbledon, ma la ciliegina sulla torta della sua carriera è l’affermazione agli Internazionali del ’50 che conquista battendo in finale l’inglese Patricia Curry con un doppio 6-4.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1950

Finale 1950

Annelies Ulstein Bossi (Ita) b. Joan Curry (Gb) 6-4 6-4

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1951

Jaroslav  Drobny

Country
Jaroslav Drobny

Praga 11.10.1921

Londra 12.09.2002

Campione in carica, Drobny arriva a Roma nel ’51 con ormai appiccicato addosso il soprannome di “professore”, dovuto in parte all’aria da intellettuale dovuta agli occhiali che portava, in parte al tipo di tennis che esprimeva. Forza e finezza; servizio e smash potentissimi e smorzate tagliatissima da qualunque zona del campo. Lungo il percorso verso la finale perse un set contro l’azzurro Marcello Del Bello ma in semifinale dominò il gigante americano Dick Savitt che poche settimane dopo avrebbe vinto a Wimbledon. Allo scontro decisivo trovò la grande sorpresa del torneo, l’altro azzurro Gianni Cucelli che, non compreso nemmeno tra le teste di serie, aveva battuto il promettente svedese Lennart Bergelin (futuro allenatore di Borg) il leggendario barone tedesco Gottfried Von Cramm e, soprattutto, in semifinale l’americano Budge Patty, campione in carica di Parigi e Wimbledon. Era la testa di serie n.1 e Cucelli lo superò 6-4 al quinto set. Probabilmente a quel punto l’azzurro era provato: Drobny lo costrinse alla resa: 6-3 10-8 6-0.

Finale 1951

Jaroslav Drobny (Cec) b. Giovanni Cucelli 6-1 10-8 6-0

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Doris  Hart

Country
Doris Hart

St.Louis 19.06.1925

Coral Gables 28.05.2015

Campionessa di tenacia e volontà oltre che di tennis. Da bambina è colpita dalla poliomielite, ha una gamba più sottile dell’altra ma sul campo si batte come una leonessa indomita e coraggiosa. Vince dappertutto, su ogni superficie e ad ogni latitudine, è classificata n. 1 del mondo nel ’51, n. 2 per altri cinque anni dal ’52 al ’61. Nei tornei dello Slam conquista sei titoli e undici finali in singolare, quattordici titoli e quindici finali in doppio e ancora quindici titoli di misto. In coppia con Shirley Fry vince quattro Roland Garros, tre Wimbledon e quattro Campionati degli Stati Uniti tutti a seguire, ma paradossalmente è con Louise Brough che ottiene un’affermazione storica battendo nella finale degli Internazionali d’Australia del ‘50 le imbattibili (sulla terra dei canguri) Nancy Wynne Bolton e Thelma Coyne Long interrompendone il predominio che resisteva dal 1936.

Anche a Roma miete successi a ripetizione: il primo titolo arriva nel 1951 battendo in finale l’inseparabile partner Shirley Fry, con la quale si impone anche nel doppio. Arriva anche al match clou nel misto insieme allo svedese Lennart Bergelin, che sarebbe stato il mentore di un campionissimo come Bjorn Borg. Poi nel ’53, il capolavoro in finale contro la Connolly che avrebbe fatto… Slam.

Palmarès

Campionati Internazionali d’Italia 1951 1953

Campionati internazionali d’Australia 1949

Campionati internazionali di Francia 1950 1952

Wimbledon 1951

Campionati Internazionali degli Stati Uniti 1954 1955

Finale 1951

Doris Hart (Usa) b. Shirley Fry (Usa) 6-3 8-6

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1952

Frank  Sedgman

Country
Frank Sedgman

Mont Albert 26.10.1927

Come per molti giocatori della sua generazione il palmarès di questo fuoriclasse australiano è limitato dal passaggio al professionismo avvenuto nel 1952 a conclusione di una stagione trionfale (vittorie a Wimbledon e Campionati degli Stati Uniti, finale al Roland Garros). Atleta completo, forte su ogni superficie, velocissimo e formidabile nei colpi al volo. E’ formidabile in doppio dove nei tornei dello Slam conquista 9 titoli nel maschile (i primi due con John Bromwich e sette consecutivi tra il 1950 e ’51 con il connazionale Ken Mc Gregor, partner di una coppia leggendaria) e 8 di misto al fianco di Doris Hart. Vince anche tre volte di fila la Coppa Davis perdendo solo 3 match sui 28 disputati.

Approda a Roma nel ’52 regalando spettacolo ed emozioni: in singolare batte Jaroslav Drobny in finale ma è in quella di doppio che mette a dura prova le coronaria del pubblico del Foro Italico. Drobny questa volta è al suo fianco e dall’altra parte della rete ci sono gli azzurri di Davis Gianni Cucelli e Marcello Del Bello che giocano alla grandissima ma sono costretti ad inchinarsi di fronte alla coppia più forte del mondo dopo aver condotto per due set ad uno e fatto sognare l’Italtennis per oltre due ore.

Da professionista, con la troupe di Jack Kramer, si dice sia stato il primo a guadagnare in un anno 150mila dollari. Quando il tennis diventa open, nel ’69, Sedgman è ancora sulla breccia anche se non può più competere ad alti livelli. Tuttavia nel ’71 supera due turni a Wimbledon e nel ’76, a 49 anni, un turno agli Australian Open.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1952
  • Campionati Internazionali d’Australia 1949 1950
  • Wimbledon 1952
  • Campionati Internazionali degli Stati Uniti 1951 1952

Finale 1952

Frank Sedgman (Aus) b. Jaroslav Drobny 7-5 6-3 1-6 6-4

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Susan  Partridge

Country
Susan Partridge

Vince gli Internazionali delle outsider, quelli del ’52, battendo in finale un’altra meteora, la connazionale Patricia Harrison 6-3 7-5. Gioca il misto con il marito, il francese Philippe Chatrier, futuro presidente della Federazione Internazionale e arriva nei quarti.

Torna a Roma nel ’55 ed è battuta dalla futura signora Hoad, l’australiana Jennifer Staley; nell’occasione gioca senza incidere anche i doppi, nel femminile con la francese Bucaille.

Palmarès

Campionati Internazionali d’Italia 1952

Finale 1952

Susan Partridge (Gb) b. Pat Harrison (Gb) 6-3 7-5

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1953

Jaroslav  Drobny

Country
Jaroslav Drobny

Praga 11.10.1921

Londra 12.09.2002

Il passaggio al professionismo dell’australiano Frank Sedgman (insieme al formidabile compagno di doppio Ken McGregor), vincitore nel 1952, spianò la strada a Jaroslav Drobny, che a 31 anni dominò il torneo in virtù proprio della superiore esperienza. Sulla strada del terzo titolo romano perde solo un set, nei quarti di finale, con lo statunitense Bernard Bartzen. In semifinale e in finale infila uno dopo l’atro due giovani fenomeni australiani, ancora un po’ acerbi. Prima tocca a Ken Rosewall, cui riconosce in prospettiva “il miglior rovescio del mondo”. Poi nel match clou la lezione di lob, smash e smorzate tocca a Lew Hoad. I due “canguri” allevi del celebre coach Harry Hopman avrebbero spopolato negli anni seguenti. Al Foro Italico si permisero, come aperitivo, di vincere il doppio giocando insieme contro la coppia formata proprio da Drobny e dall’elegante americano, già campione di Parigi e Wimbledon, Budge Patty.

Finale 1953

Jaroslav Drobny (Cec) b. Lew Hoad (Aus) 6-2 6-1 6-2

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Doris  Hart

Country
Doris Hart

St.Louis 19.06.1925

Coral Gables 28.05.2015

La statunitense Doris Hart, già vincitrice nel 1951, è la testa di serie n.2 in un tabellone di altissima qualità comandato dalla fortissima diciottenne connazionale Maureen Connolly, che proprio in quell’anno avrebbe realizzato, prima giocatrice nella storia, il Grande Slam. Le due arrivano ad affrontarsi in finale dopo che la Hart riesce ad aver ragione della solidissima compagna di doppio Shirley Fry (n.3 del tabellone). Nel match clou sembra tutto facile per la Connolly che arriva a condurre 6-4 3-0 ma la Hart, dieci anni più anziana della rivale, non molla e ribalta la situazione vincendo 9-7 il secondo set e 6-3 quello finale, decisivo. Insieme alla Fry verrà battuta nel doppio proprio dalla Connolly in coppia con un’altra giovane americana, Julia Sampson, che sarebbe stata sua avversaria nella finale di Parigi poche settimane dopo.

Finale 1953

Doris Hart (Usa) b. Maureen Connolly (Usa) 4-6 9-7 6-3

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1954

John “Budge” Edward  Patty

Country
John “Budge” Edward Patty

Fort Smith 10.02.1924

Losanna 03.10.2021

E’ il Lord Brummel del tennis, elegante e raffinato in campo e fuori. All’interno del rettangolo di gioco sciorina un tennis altamente spettacolare, fra i migliori mai veduti sotto rete dove scende con straordinaria rapidità grazie anche ad un grandissimo servizio. Nel 1946 abbandona gli States e si stabilisce a Parigi precludendosi, ma non per sua scelta, le convocazioni in Davis dove disputa un solo match. Vince gli Internazionali d’Italia battendo in finale l’argentino Enrique Morea, un colosso dalla battuta devastante.

Con Jaroslav Drobny ingaggia battaglie memorabili: nel ’50 lo batte in una fantastica finale al Roland Garros, nel ’53 è sconfitto al terzo turno di Wimbledon con il punteggio di 8/6 16/18 3/6 8/6 12/10 dopo essersi visto annullare 6 match-point.

Sempre nel ’50, il suo anno d’oro, s’impone a Wimbledon battendo in finale Frank Sedgman in quattro set e a fine anno viene valutato n.1 del mondo. Rimane fra i top ten fino al ’57 quando in pratica conclude la sua carriera conquistando, in coppia con Gardner Mulloy, il titolo di doppio a Wimbledon.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1954
  • Campionati Internazionali di Francia 1950
  • Wimbledon 1950

Finale 1954

Budge Patty (Usa) b. Enrique Morea (Arg) 11-9 6-4 6-4

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Maureen  Connolly

Country
Maureen Connolly

San Diego 16.09.1934

Dallas 20.06.1969

La chiamano Little Mo – “Big Mo” era una corazzata ricopertasi di gloria durante la guerra sui mari– per le cannonate che tirava e come tale la piccola Maureen solca gli oceani tennistici lasciando dietro di sé una scia quasi ininterrotta di successi: in poco più di quattro anni conquista il mondo e solo Doris Hart (due volte), Shirley Fry e Beverly Fleitz riescono a batterla. Partecipa a tre Wimbledon senza perdere un solo match e nel ’53 – prima donna nella storia – realizza il Grande Slam femminile.

Eppure arriva al tennis per caso o meglio ancora per ripicca: la madre vagheggia per lei il palcoscenico, ballerina o cantante, ma la piccola Maureen sogna un cavallo che non può avere, che la madre non le vuol regalare. Niente cavallo, niente canto o ballo. Prova con il tennis e gli inizi non sono facili ma la piccola Maureen è cocciuta, testarda come un mulo e alla fine ha la meglio su tutto e tutti.

E’ una macchina di classe, di grandissima classe, che sviluppa un gioco profondo, da fondo campo, non sbaglia un colpo, specie con quel suo mitico dritto eseguito con estremo anticipo. E poi nel serbatoio ha tanta di quella benzina che le consente di correre per ore e ore senza stancarsi mai. Infine, per completare l’opera, nel bagagliaio ha inserito una valigia di granitica volontà e un’eccezionale capacità di concentrazione.

A Roma arriva nel ’53 da grande favorita ma contro Doris Hart perde l’unica finale importante della carriera e si consola vincendo il doppio. Torna l’anno dopo e in finale rifila un secco 6/3 6/0 a Patricia Ward (che vincerà a Roma nel ’55). La storia tennistica di Little Mo si spezza con la gamba che si rompe nell’estate del ’54 per una caduta da cavallo (investita da un camion), quella passione che non aveva mai perso e che la tradisce al culmine di una carriera appena iniziata.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1954
  • Campionati Internazionali d’Australia 1953
  • Campionati lnternazionali di Francia 1953 1954
  • Wimbledon 1952 1953 1954
  • Campionati Internazionali degli Stati Uniti 1951 1952 1953

Finale 1954

Maureen Connolly (Usa) b. Patricia Ward (Gb) 6-3 6-0

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1955

Fausto  Gardini

Country
Fausto Gardini

Milano 8/3/1930 07.03.1930

Forte dei Marmi 16.09.2008

Una miscela esplosiva di volontà, generosità, carattere e forza agonistica, tutto ciò è Fausto Gardini che sul campo corre come un cammello con le gambe lunghe un chilometro che se vanno per conto proprio, che spadella il suo diritto da film degli orrori quant’è brutto e antiestetico, che non molla una palla, anzi che prima di mollarla se la mangia e ci muore sopra.

Gardini non è l’antitesi del tennis come molti lo definiscono, ma l’emblema dell’agonismo sportivo per il suo modo di affrontare la competizione e di lottare su ogni punto. Gardini è il giocatore che ti tiene incollato in tribuna, quello che ti fa partecipare al match, che ti fa gioire, soffrire ed entusiasmare. Pur appartenendo alla buona società milanese Fausto rappresenta il prototipo del “ragazzaccio” di strada, altruista e generoso: emerge dalle nefandezze post belliche e si batte – novello Don Chisciotte – contro i mulini a vento e i campioni dell’epoca e il più delle volte ne esce vincitore. Conquista cinque titoli italiani a seguire, abbandona l’attività a 25 anni, la riprende a 31 e ne cattura altri due prima di ritirarsi definitivamente.

Vince gli Internazionali del ’55 battendo in una finale dai contorni burrascosi l’antico rivale Beppe Merlo che deve ritirarsi per crampi sul punteggio a suo favore di 6/1 1/6 6/3 6-6.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1955

Finale 1955

Fausto Gardini (Ita) b. Giuseppe Merlo (Ita) 1-6 6-1 3-6 6-6 (ritiro)

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Patricia  Ward

Country
Patricia Ward

Londra 26.02.1929

Londra 21.06.1985

E’ una buona giocatrice capace d’inserirsi fra le Top ten della classifica mondiale fino a raggiungere la seconda posizione nel ’57 anche se nella sua bacheca ci sono pochi trofei in mostra.

Gli Internazionali d’Italia rappresentano la sua affermazione più prestigiosa: la consegue nel ‘55 sulla tedesca Erica Vollmer dopo averla sfiorata l’anno prima con la finale perduta al cospetto di Maureen Connolly. In queste due edizioni si impone anche nel doppio in coppia con la Watson (1954) e la Mercelis (1955). Nel ’55 è pure finalista in singolare a Forest Hills – battuta da Doris Hart – e in doppio al Roland Garros e a Wimbledon in coppia con Shirley Bloomer.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1955

Finale 1955

Patricia Ward (Gb) b. Erika Vollmer (Ger) 6-4 6-3

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1956

Lewis  Hoad

Country
Lewis Hoad

Glebe (Sydney) 22.11.1934

Fuengirola (Spa) 02.07.1994

Senza qualche “se” questo tipico ragazzone australiano dal faccione aperto e cordiale potrebbe tranquillamente sedere ai primissimi posti dell’Olimpo tennistico: possiede una tecnica di gioco perfetta, un polso d’acciaio, una ganascia al posto della mano e un fisico possente, ma anche una schiena capricciosa che ne condiziona il rendimento in campo dove, nonostante tutto, picchia come un fabbro e sbuffa come una vaporiera.

Debutta a Wimbledon nel ’52, a diciotto anni, e lo vince nel ’56 battendo in finale Ken Rosewall – connazionale, amico e partner di doppio – che un paio di mesi dopo gli combina lo scherzetto di negargli il Grande Slam prendendosi la rivincita nella finale dei Campionati Internazionali degli Stati Uniti.

Nel ’53 a Melbourne conquista una indimenticabile Davis battendo Tony Trabert in cinque set con gli Stati Uniti in vantaggio per due a uno (poi Rosewall completerà l’opera contro Seixas), nel ’57 bissa Wimbledon polverizzando in finale Ashley Cooper al quale concede solo cinque giochi e una trentina di “quindici”. In coppia con Ken Rosewall conquista sei dei suoi otto titoli di doppio dello Slam.

Domina gli Internazionali d’Italia del ’56 vincendo singolo e doppio in coppia con Jaroslav Drobny e con Neale Fraser conquista anche il titolo del ’57. Passa professionista nel ‘58, torna a Roma nel ’72 ed è ancora finalista di doppio con Frew Mc Millan.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1956
  • Campionati Internazionali d’Australia 1956
  • Campionati Internazionali di Francia 1956
  • Wimbledon 1956 1957

Finale 1956

Lew Hoad (Aus) b. Sven Davidson (Sve) 7-5 6-2 6-0

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Althea  Gibson

Country
Althea Gibson

Clarendon County 24.08.1927

East Orange 27.09.2003

Come in un romanzo di appendice, Althea nasce poverissima in una piantagione della Carolina del Sud e trascorre l’infanzia in miseria ad Harlem, il ghetto nero di New York. E forse farebbe una brutta fine se nel libro del suo destino non si inserissero Ray Sugar Robinson, il campione di pugilato, e una coppia di medici che la tolgono dal ghetto, l’adottano, la mantengono a vitto e alloggio e le permettono di combattere la battaglia della vita con ben altre armi. Non è un percorso facile, il suo, perché negli Anni Cinquanta l’integrazione razziale negli Stati Uniti non è ancora nata. Ma questa spilungona, testarda e volitiva ha un arma in più: sa giocare a tennis e bene, un tennis d’attacco come piace alla gente che la segue più per curiosità che per simpatia quando debutta a Forest Hills negli Internazionali degli Stati Uniti o a Wimbledon nel ’51 quale prima donna di colore a mettere piede nel Tempio del Tennis. Ciò nondimeno nel roseto di Althea ci sono più spine che fiori e deve lottare ancora per cinque lunghi anni contro diffidenza e segregazione. Poi finalmente arriva il successo.

Nel ’56 Roma l’accoglie a braccia aperte e Althea la ripaga vincendo alla grande gli Internazionali. E’ l’inizio di una magnifica avventura che la condurrà a conquistare dieci titoli (cinque di singolare e cinque di doppio) nei tornei dello Slam e la leadership del ranking mondiale nel ’57 e ’58.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1956
  • Campionati Internazionali di Francia 1956
  • Wimbledon 1957 1958
  • Campionati Internazionali degli Stati Uniti 1957 1958

Finale 1956

Althea Gibson (Usa) b. Zsuzsa Kormoczy (Ung) 6-3 7-5

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1957

Nicola  Pietrangeli

Country
Nicola Pietrangeli

Tunisi 10.09.1933

Fenomeno fisico oltre che tennistico e per giunta dotato di un talento straordinario che gli permette di competere con due generazioni e di tenerne a battesimo una terza attraverso una carriera costellata di prestigiosi successi.

Giocatore di grandissima classe e di eleganza estrema può concedersi il lusso di ‘dare del tu’ alla palla domandola a proprio piacere, specialmente con il rovescio, il suo colpo d’antologia. Conquista 24 titoli nazionali, 7 di singolo e 17 di doppio, gli Internazionali del ’57 battendo in semifinale Budge Patty e in finale Beppe Merlo e quelli del ’61 strapazzando in finale Rod Laver – indiscusso n. 1 del mondo – con un clamoroso 6-8 6-1 6-1 6-2. Al Foro Italico è finalista nelle edizioni del ’58 e ’66; sfortunate, e forse uniche, le sue performance nel doppio dove in coppia con l’inseparabile Orlando Sirola disputa sette finali ma non ne vince nemmeno una, nel ’66 ci prova anche con il sudafricano Cliff Drysdale ma gli dice gli va ugualmente buca.

A Wimbledon gioca per diciotto anni raggiungendo – unico italiano nella storia – una semifinale in singolare e una finale di doppio a fianco dell’immancabile Sirola con il quale conquista un Roland Garros e undici titoli italiani. All’ombra della Ville Lumiere s’impone anche in singolare e due volte è battuto in finale da Manolo Santana. E per concludere in Coppa Davis disputa la bellezza di 164 match fra singolo e doppio vincendone 120, porta l’Italia due volte in finale (1960 e ’61) e la conquista nel 1976 come capitano.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1957 1961
  • Campionati Internazionali di Francia 1959 1960

Finale 1957

Nicola Pietrangeli (Ita) b. Giuseppe Merlo (Ita) 8-6 6-2 6-4

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Shirley  Bloomer

Country
Shirley Bloomer

Grimsby 12.06.1934

E’ una specialista della terra battuta, forte e graziosa. Scende a Roma per gli Internazionali del ’57 e anche se ha solo 21 anni i tecnici la considerano una volpone difficilmente battibile sul “rosso”. In finale vede le streghe contro l’americana Dorothy Knode ma riesce ad averne ragione in tre set; un mese dopo la ritrova ancora in finale a Parigi nel Roland Garros e questa volta la liquida in due rapide frazioni. Poi in coppia con Darlene Hard si afferma anche nel doppio. A fine stagione è valutata n. 3 del mondo.

Nel ’58 torna a Roma da favorita ma in semifinale trova l’emergente Maria Ester Bueno che prima le annulla tre match-point e poi la possibilità di ottenere il bis ma si consola vincendo il doppio con Christine Truman. Manca il bis anche a Parigi e questa volta a farle le scarpe in finale è l’ungherese Suzi Kormoczy che la piega in tre set.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1957
  • Campionati Internazionali di Francia 1957

Finale 1957

Shirley Bloomer (Gb) b. Dorothy Head-Knode (Usa) 1-6 9-7 6-2

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1958

Mervyn  Rose

Country
Mervyn Rose

Coffs Harbor 22.01.1930

Coffs Harbor 22.07.2017

Australiano caratterizzato da una notevole mobilità che lo rende particolarmente pericoloso nei momenti migliori. E’ capace di estrarre dal suo repertorio (completo, con grandi volée) giocate semplicemente meravigliose ma ha nel sistema nervoso piuttosto fragile il tallone d’Achille che, oltre ad alienargli le simpatie del pubblico, gli impedisce di esprimersi con una certa continuità. Vince sei tornei dello Slam, due di singolare, tre di doppio e uno di misto. Alla fine del 1958 è valutato n. 3 del mondo.

Conquista gli Internazionali (e un po’ meno il pubblico) nel suo magico ’58 battendo in sequenza Budge Patty, Luis Ayala in una semifinale disputata sotto un sole talmente cocente da far sudare – nonostante il riparo delle tribune tubolari – perfino le marmoree statue del Foro Italico e Nicola Pietrangeli, che piega in cinque set in una finale che tutti e due erano sicuri di vincere.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1958
  • Campionati Internazionali d’Australia 1954
  • Campionati internazionali di Francia 1958

Finale 1958

Mervyn Rose (Aus) b. Nicola Pietrangeli (Ita) 5-7 8-6 6-4 1-6 6-2

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Maria Ester  Bueno

Country
Maria Ester Bueno

San Paolo del Brasile 10.10.1939

San Paolo del Brasile 07.06.2018

Una delle giocatrici più spettacolari di tutti i tempi, ispirata e geniale in ogni momento del match. Gioca costantemente proiettata a rete, contro Margaret Court Smith disputa due finali a Wimbledon che passano alla storia come fra le migliori mai vedute in campo femminile. Nonostante sia martoriata da incidenti e malattie rimane per dieci anni fra le Top ten del tennis mondiale. Vince tre Wimbledon e quattro Internazionali degli Stati Uniti, in doppio conquista uno Slam nel ’60 e undici successi complessivi.

La sua escalation nel jet set internazionale inizia nel ’58 e proprio sotto il sole di Roma e al cospetto di un pubblico affascinato dalla prorompente vitalità di questa ragazza che attacca su ogni palla, attacca disperatamente anche quando non ce n’è bisogno. Eppure vince subito: in semifinale batte una specialista della terra rossa, l’inglese Shirley Bloomer, annullandole tre match-point, e in finale liquida l’australiana Lorraine Coghlan in tre set. Al Foro Italico vincerà ancora tre titoli, due di singolare e uno di doppio e sarà finalista nel ‘62 e nel ‘67.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1958 1961 1965
  • Wimbledon 1959 1960 1964
  • Campionati Internazionali degli Stati Uniti 1959 1963 1964 1966

Finale 1958

Maria Bueno (Bra) b. Lorraine Coghlan (Aus) 3-6 6-3 6-3

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1959

Luis  Ayala

Country
Luis Ayala

Santiago 17.09.1932

Tipico giocatore da “rosso”, agile e intelligente, fra i migliori nella sua epoca sui campi di terra battuta dove con l’ardore del sangue latino sembra sprigionare la scintilla dell’orgoglio e la secolare sete di vendetta azteca. A Roma gioca particolarmente bene. A volte trionfa come nel ’59 quando batte Pietrangeli in semifinale e Neale Fraser – il n. 1 del mondo – in finale e a volte deve soccombere come nel ’60 in una stranissima ultima sfida contro l’americano Barry MacKay al quale rifila un doppio 6/0 nel terzo e quarto set per poi cedere nettamente al quinto.

Da ricordare anche due finali perdute al Roland Garros contro Nicola Pietrangeli e Mervin Rose. E l’aver poi guidato, come capitano, la squadra cilena nella finale di Coppa Davis del 1976 quando l’Italia conquistò la sua storica insalatiera.

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1959

Finale 1959

Luis Ayala (Chi) b. Neale Fraser (Aus) 6-3 3-6 6-3 6-3

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Christine  Truman

Country
Christine Truman

Woodford Green 15.01.1941

Dal 1957 al 1965 è presente fra le Top ten della classifica mondiale nonostante le manchi il rovescio e sul campo si muova poco e male. In compenso possiede una straordinaria potenza che sviluppa dal suo metro e ottanta di altezza, il che la favorisce nell’imporsi all’ungherese Suzy Kormoczy nel Roland Garros del ’59, nel guadagnare una finale a Forest Hills nel ’59 e una a Wimbledon nel ’61 e le consente di vincere, in coppia con Maria Ester Bueno, i Campionati Internazionali d’Australia.

A Roma conquista un titolo di doppio nel ’58 in coppia con la connazionale Shirley Bloomer e uno di singolare nel ’59 senza incontrare ostacoli e sotterrando letteralmente in finale la sudafricana Reynolds (n. 5 del mondo) sotto una valanga, dicono le cronache, di ben 150 smash (ma chi li contava allora?).

Palmarès

  • Campionati Internazionali d’Italia 1959
  • Campionati Internazionali di Francia 1959

Finale 1959

Christine Truman (Gb) b. Sandra Reynolds (Saf) 6-0 6-1

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