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8 DOMANDE IN 8 MINUTI
Due chiacchiere con Elina Svitolina

Questo contenuto è stato pubblicato 7 anni fa. Potrebbe essere riferito ad un’edizione passata degli Internazionali d’Italia.

Prima dell’inizio del torneo abbiamo incontrato, per una veloce chiacchierata, la tennista ucraina che potrebbe trasformarsi presto in una campionessa. Elina è già stata Top10, questa settimana occupa la posizione numero 11 del ranking e qui a Roma è testa di serie numero 8 degli Internazionali BNL d’Italia. Classe 1994, è l’unica giocatrice ad aver vinto tre tornei nel 2017, ma a parte i quarti al Roland Garros del 2015 deve ancora trovare un’affermazione importante sui grandi palcoscenici. Le abbiamo fatto otto domande.

Ci puoi raccontare qualcosa della tua città? Come si inizia a giocare a tennis a Odessa?

Elina: Amo la mia città. E’ sul mare (Mar Nero, ndr), è un posto molto bello, e rilassato. Ho iniziato a giocare a tennis grazie a mio fratello, che è nove anni più vecchio di me. Lui giocava a tennis, si allenava sempre, e io ero lì a girare per i campi, lo aspettavo. Mi piaceva quell’atmosfera, volevo entrarci anche io. Penso mi abbia ispirato un sacco a entrare nel tennis e a provarci. Volevo anche avere, come dire, più attenzione della mia famiglia, quel tipo di cose.

Sei molto famosa laggiù? Quando torni ti riconoscono per strada?

Elina: Sì, sì! Ed è bello tornarci. Cerco sempre di tornare appena ho un po’ di tempo, ma non è così tanto sfortunatamente. Mi alleno a Parigi, spesso anche a Londra, o in Slovacchia. Mi alleno in diversi posti, a seconda di dove sia il torneo successivo. Quindi, è sempre bello, ma ci riesco solo per qualche giorno l’anno.

Hai cambiato coach alla fine dell’anno scorso. Lavoravi con Justine Henin e Iain Hughes, ora hai scelto Urpi che conosciamo piuttosto bene, in quanto il vecchio coach di Flavia Pennetta. Come attraversi il processo di scegliere un nuovo coach? Come hai scelto Gabriel?

Elina: Beh, ho avuto una buona stagione anche l’anno scorso, e ho appreso un sacco di esperienza da Justine, oltre che da Iain. E’ stato molto positivo lavorare con loro, ma ho voluto iniziare l’anno con qualcosa di fresco, di nuovo. Mi sto allenando anche con Thierry Ascione. E’ uno sforzo di squadra, per ora abbiamo un approccio un po’ diverso per i tornei e per gli Slam. Sarà interessante vedere questo a cosa porterà, e a come finirò la stagione. Ho avuto dei buoni risultati fin qui, ma sai, la stagione è ancora lunga, avrò molte opportunità e molti tornei da giocare.

Sei stata dentro e fuori la Top10 più volte quest’anno. Quale pensi sia l’ingrediente che ti manca per poter occupare stabilmente i piani alti?

Elina: Penso sia solo questione di tempo, normalmente. Sono entrata nella Top10, ma si valuterà dopo gli Slam di quest’anno. Per ora cerco di approcciare ogni torneo molto concentrata e di dare il 100% sempre. Non ci penso molto, cerco di non mettermi molta pressione. La classifica verrà, quando il mio gioco sarà pronto al 100% e sarò preparata al meglio per ogni torneo.

Sul sito ITF l’erba viene indicata come la tua superficie preferita. E’ vero?

Elina: No, è stato molto tempo fa, non lo è più (ridendo, ndr).

Già, e infatti il Roland Garros è stato il tuo miglior Slam. Come ti senti andando verso Parigi? Si può dire che la terra sia la tua superficie preferita?

Elina: No, non credo. Mi piace anche giocare sul duro. Non ho davvero una superficie preferita, mi prendo il mio tempo per prepararmi per ogni superficie, e sarà molto interessante vedere cosa mi porterà questo Roland Garros, questo Wimbledon, questo US Open. E’ molto eccitante per me, ma non voglio mettermi nessuna pressione, nessuna aspettativa. Ovviamente spero di giocare bene, voglio ottenere il miglior risultato possibile.

Una domanda su qualcosa che non ti riguarda, ma su cui magari hai un’opinione: Nastase ha premiato le giocatrici a Madrid. Non so se hai sentito quello che è successo in Fed Cup…

Elina: Sì, sapevo cos’era successo, ma non sapevo avesse premiato a Madrid. Quindi è un po’ una sorpresa. Dopo quello che è successo, voglio dire, non è molto bello. Provo a non entrare in questo tipo di situazioni ma, non è stato molto carino da parte sua, e non penso che dovrebbe essere presente a questo tipo di cose.

Hai cambiato racchetta. Come ti trovi? Come è il processo per cambiare racchetta quando sei una professionista?

Elina: Ti richiede sempre un po’ di tempo. Ma mi piace molto la mia racchetta, è una Wilson Burn 100. Mi piacciono i colori, impattano, porta qualcosa al mio gioco. Penso che sia un ottimo cambiamento: ho già vinto tornei con questa racchetta! (ride) Quindi per me è stato un ottimo cambiamento.

 

– La scheda di Elina –

Luogo e data di nascita: Odessa, Ucraina – 12 settembre 1994
Stile di gioco: destrorsa, rovescio bimane
Best Ranking: 10 (27 febbraio 2017)
Miglior risultato negli Slam: Quarti di finale, Roland Garros 2015
Titoli vinti in carriera: 7 (nel 2017 Taipei, Dubai, Istanbul)
coach: Gabriel Urpi (Pennetta, Arantxa Sanchez, Conchita Martinez) e Thierry Ascione (Tsonga)

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